Salice Piangente Bonsai
Il Salice è una pianta arbusto che lignifica che appartiene alla familia delle salicacee, ed è originario dell’Europa, Asia e Nordamerica, e tende a crescere a dismisura, in presenza di corsi d’acqua, perché ama molto l’acqua. L’habitat naturale predilige zone fredde e molto umide.
E’ dotato di foglie sottili e lunghe, mentre i rami sono flessibili, e con l’aumento della lunghezza e peso e consistenza tendono a dare la forma prostrata tipica dell’albero, per questo chiamato Salice Piangente.
Si tratta di un’albero risalente agli antichi egizi secondo millennio Avanti Cristo.
Salice sta a significare vicino all’acqua, in effetti si tratta di una pianta molto legata all’elemento naturale dell’acqua.
Dagli antichi Celti veniva impersonificato come una divinità femminile, e rappresenta la fecondità.
Secondo una tradizione, intrecciando due rami di Salice a formare una croce, si poteva predire la propria morte. Se la croce posta su una fonte sacra galleggiava la morte era vicina, se affondava il tempo era ancora lontano.
Il Cristianesimo considerava il salice piangente un simbolo di castità e purezza. Inoltre data la forma ricurva, veniva considerato il simbolo della corretta postura da avere davanti a Dio. La leggenda narra che durante il percorso verso il monte dove fu crocifisso, Gesù cadendo si aggrappò ai rami di un salice per rialzarsi.
Come Realizzare un Bonsai di Salice Piangente
Il Salice Piangente ha sempre un gran fascino, dovuto alla sua forma cadente e ricurva, ed è molto interessante perché cresce di continuo, lignificando presto anche nei rami dei nuovi cacci, ma è difficile da educare a bonsai, perché i rami diventano cadenti grazie al loro peso negli anni, mentre nella forma piccola tendono sempre ad andare verso l’alto.
Per permettere di avere la forma necessaria a “piangente”, è necessario un lungo lavoro di tiranti e tutori, legando i rami da portare in basso ai bordi del vaso. Questo va fatto sui rametti che escono fin da giovani, e non sempre si ha il risultato sperato. Vero è che grazie al suo fascino, realizzare un Bonsai con questa pianta da le sue soddisfazioni.
E’ un albero prevalentemente da esterno, e si riproduce attraverso la tecnica della talea, da far radicare in terra oppure all’interno di un contenitore d’acqua.
Collocazione
Il bonsai di salice piangente ama una posizione illuminata dal sole, lontano dai raggi diretti, e da correnti d’aria.
Temperatura e Irrigazione
Ama molto il clima freddo e umido, ma come tutti i bonsai teme le gelate. Infatti anche se va innaffiato in maniera abbondante, nei periodi di freddo intenso andrebbe innaffiato leggermente meno e riparato per evitare gelate.
Necessita di molta acqua. Personalmente uso un vaso ampio, con un sottovaso che possa garantire una riserva d’acqua sul fondo che la pianta beve man mano che si asciuga la terra interna.
E’ bene innaffiare spesso e abbondantemente, perché in presenza di secco per medio lungo tempo può andare incontro a fenomeni di bruciatura e quindi morire.
rispetto agli altri bonsai, che in genere soffrono in caso di molta acqua di marciume radicale, per esperienza nel caso di salice piangente questo raramente avviene, infatti è bene innaffiare e irrigare molto spesso in tutte le stagioni, rispetto agli altri tipi di bonsai. E’ bene comunque usare come terriccio un giusto mix che permetta un discreto drenaggio.
Terreno e Fertilizzante
Amando i terreni pieni d’acqua, come le rive dei fiumi, è bene mescolare alla terra universale una sostanza organica che arricchisca il substrato.
Io prediligo usare un fertilizzante liquido che sostituisco all’irrigazione con acqua una volta alla settimana in periodo vegetativo, e una volta al mese nel caso delle restanti stagioni dell’anno. Si tratta di una pianta che vegeta in continuazione in presenza di una costante irrigazione, quindi non ci sono particolari accorgimenti, se non fornire nutrimento data la presenza di terra in minore quantità di un albero grande.
Potatura
Il suo fratello Salice Piangente normale non va mai potato, se non i presenza di infestazione da parassiti.
Nel caso del bonsai di salice, le potature e le cimature sono necessariamente frutto della forma che si vuole dare all’albero, abbassandone la cima e portando i rami ad avere una crescita “laterale”, per poi usare per la formazione della forma cadente tiranti verso il basso verso i bordi del vaso e fili.
Se i rami diventano lunghi troppo, si tende a tagliarli in luglio e agosto, lasciando solo l’inizio del ramo dell’anno precedente, in modo di permettere alle nuove gemme e i rametti giovani che andranno a formare l’andatura cadente. In ogni caso i rami neonati vanno potati in autunno dopo la caduta delle foglie.
Rinvaso
Per effettuare il rinvaso, da ripetere in genere con cadenza annuale, si tende ad accorciare in maniera importante la parte radicale, che tende a crescere a dismisura occupando gran parte del vaso.
Il periodo adatto per rinvasare un salice piangente è ad inizio primavera quando si ingrossano le gemme, oppure in autunno quando sono cadute le foglie.
Talea di Salice Piangente
Come dicevamo sopra, il salice piangente si svluppa per talea
Si preleva un rametto con una parte lignificata tagliandolo da un albero grande, e spuntandone le foglie presenti nella parte apicale, si posiziona in un contenitore d’acqua immerso per buona parte, anche del 50% della pianta.
Meglio usare una bottiglia, trasparente, per avere almeno sempre la situazione visivamente sotto controllo.
Entro due settimane dall’immersione, lateralmente al fusto nasceranno le radici giovani, che permettono dopo la messa in terra.
E a Te, piace il Salice Piangente?